All’ospedale di Marcianise attività di ricerca e studio contro il cancro in collaborazione col prof. Giordano

A darne notizia è il sindaco Velardi:” Ci siamo. Si parte. Oggi l’Asl di Caserta e l’istituto americano che fa capo al professore Antonio Giordano hanno firmato l’accordo di collaborazione che consentirà di incrementare l’attività di ricerca e studio per la lotta al cancro. L’attività avrà base nell’ospedale di Marcianise. Stamattina la definizione dell’accordo, nell’ufficio del direttore generale dell’Asl Mario De Biasio. Con me l’assessore Cinzia Laurenza. Una giornata importante per Marcianise, ma non solo. La storia si fa con i piccoli gesti. Fatti, non parole.

#orgogliomarcianise

 

Antonio Giordano (Napoli11 ottobre 1962) è un oncologopatologogenetistaricercatoreprofessore universitario italiano naturalizzatostatunitense.

Direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia, presidente del Comitato Scientifico della Human Health Foundation Onlus, e professore di Anatomia e Istologia Patologica presso il Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze, presso il Laboratorio di Tecnologie Biomediche ed Oncologia Sperimentale dell’Università di Siena. Tra le sue molteplici attività di ricerca vi è quella volta all’attivismo nell’ambito della denuncia dei fattori ambientali causa di un incremento delle patologie tumorali. L’impegno del Prof. Giordano trova origine in numerosi lavori scientifici. È stato allievo del premio Nobel James Dewey Watson[1], ha scoperto alcuni fattori chiave nella regolazione del ciclo cellulare, dei meccanismi legati all’insorgenza dei tumori e ha legato la sua carriera di ricercatore a quella di divulgatore scientifico, impegnandosi soprattutto nel rendere noti il collegamento tra l’ambiente inquinato dai rifiuti tossici e l’aumento dei rischi di insorgenza delle patologie tumorali per la popolazione della Regione Campania. Nel corso della sua carriera, si è distinto per aver isolato il gene oncosoppressore, l’RB2/p130[2][3][4], dimostrando successivamente come lo stesso gene, introdotto attraverso un retrovirus in alcuni modelli animali, sia in grado di ridurre la crescita dei tumori[5].

fonte Wikipedia