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Articolo Uno – Liberi e Uguali Campania: “No alla secessione dei ricchi”

La direzione regionale di “Articolo Uno – Liberi e Uguali” della Campania, nella riunione del 2 febbraio 2019 ha elaborato un documento contro la cosiddetta “secessione dei ricchi”, cioè l’iniziativa di alcune Regioni del Centro-Nord riguardante il regionalismo differenziato avallato dalle politiche dell’attuale governo nazionale.  Secondo i progressisti della Campania si tratta di una iniziativa da avversare perché “non comprometterebbe solo l’eguaglianza tra i cittadini, ma la stessa capacità dello Stato di tutelare gli interessi dell’intera collettività nazionale”. “Facciamo appello – è spiegato nell’ordine del giorno – ai presidenti di regione e dai sindaci affinché l’allarme si sollevi in tutto il Paese. Con l’auspicio che a farlo siano, in primo luogo, i rappresentati delle Istituzioni della Campania,  il Presidente della Regione e l’insieme dei Sindaci, a partire dai Comuni capoluogo, con alla testa Napoli. L’avvio del regionalismo a geometria variabile andrebbe contrastato con maggior forza e veemenza, poiché sottende una secessione strisciante e penalizzante per l’intero Paese. È un tema che deve vederci protagonisti nel dibattito e propositivi nel delineare il percorso per un serio cambiamento. Non dobbiamo nasconderci che la Campania cosi com’è adesso non ci piace e la sinistra, le forze progressiste, quelle che sono scese in campo per rivendicare una diversa qualità delle vita nelle nostre città, quelle ambientaliste e contro la camorra devono incontrarsi e misurarsi. Il Partito democratico e il Presidente De Luca hanno sulle loro spalle la responsabilità di produrre cambiamenti e una svolta profonda nel governo della Regione. Ricordiamo che non si batte la destra rincorrendola sul terreno della chiusura dei porti, che la Campania e Napoli devono essere all’avanguardia di un progetto di integrazione e di convivenza; che le migrazioni sono un dato strutturale; che il Decreto legge sicurezza risponde a una logica regressiva ed emergenziale e, soprattutto che la Campania e Napoli devono essere all’avanguardia di un progetto di integrazione e di convivenza. Bene ha fatto il consigliere Todisco a ricordarlo in una sua recente lettera”. Articolo Uno plaude, inoltre, alla mozione parlamentare sul Mezzogiorno meritoriamente promossa dagli onorevoli Conte Rostan, che “ha rappresentato un momento utile per approfondire una questione che una forza che si dica di sinistra deve sempre porre come centrale”.

“Per fare fronte ad un simile scenario – è spiegato – occorre una sfida politica, programmatica, di contenuti e obbiettivi percepibili dai cittadini, dai giovani. Oggi, chi ha bisogno non ci vede e non ci incontra, non ci capisce quando in maniera sterile contrapponiamo il reddito di cittadinanza a un lavoro che si sta progressivamente trasformando, creando nuovi scenari e nuove sfide per la sua tutela. La Cgil con il suo congresso sembra aver dato un segnale utile e carico di importanti aspettative.

Riguardo al “Reddito di Cittadinanza”, la direzione del movimento guidato da Giovanni Cerchia spiega: “Non ne auspichiamo il fallimento. Occorre, invece, riconoscere che si è posto al centro del dibattito pubblico, dopo decenni di afasia, il nodo della protezione sociale. D’altra parte, la sconfitta della sinistra nel mezzogiorno nasce da un bisogno di cambiamento forte, dalla critica a 20 anni di assenza di politiche pubbliche (e dunque di una domanda di redistribuzione economica che combatta l’acuirsi di ingiustizie e disuguaglianze), di lotta ai privilegi, al clientelismo, al nepotismo. O la sinistra prende la bandiera della riforma della politica, soprattutto nel Sud, oppure non riesce a incontrare questa domanda di cambiamento che sfocia nel sostegno a proposte semplificate, ribellistiche e populiste. Questo stesso spirito di sfida al cambiamento deve orientare la nostra iniziativa in tutte le realtà,  nei Comuni capoluogo, a partire da Napoli”.

“Chiediamo a tutti – conclude il documento – un confronto pubblico, un dialogo, un dibattito anche acceso, ma franco, diretto, costruttivo. Perché ora è il momento di reagire, ridare senso e funzione alla sinistra e a un campo democratico più largo. È il tempo dell’unità delle forze che hanno a cuore libertà e uguaglianza sociale, senza appelli generici e onnicomprensivi, ma indicando priorità, scelte di fondo, prospettive di lavoro. Per rendere chiaro il senso di questa sfida, i suoi contenuti, gli obbiettivi che organizzeremo una iniziativa pubblica, all’indomani dell’iniziativa programmatica nazionale di Articolo Uno prevista per il 16 e 17 del mese di febbraio“.
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