CURARE LA SOFFERENZA MENTALE È POSSIBILE

Se ne discuterà sabato prossimo (12 maggio) nel corso del convegno organizzato dalla SIPI (Società Italiana di Psicoterapia Integrata), sede provinciale di Casertapresso il complesso momumentale di San Leucio. Il tema della sofferenza mentale ci coinvolge tutti profondamente e ci spaventa. Nelle famiglie e nella società, in assenza di aiuto, si nega il problema segregando in modi più o meno evidenti il malato, emotivamente e spesso anche fisicamente; gli specialisti, anche i più sensibili, nei fatti finiscono per praticare un riduzionismo biologico psicofarmacologico ammantato da un atteggiamento umanitario che alcuni pazienti sono in grado di avvertire come superficiale quando non svilente. Non è facile debellare il pregiudizio della pericolosità/inguaribiltà del malato mentale, ancor più difficile è considerarlo come persona da incontrare, superando la ghettizzazione che produce dolore e danno economico per l’individuo e per la società. La giornata si offre come possibilità di dialogo per

  • discutere se il crescente uso della sola camicia di forza farmacologica produca cronicità o psicoriabilitazione;
  • far conoscere agli operatori del settore, ai pazienti e ai loro familiari alcune conquiste sulla prevenzione e cura della malattia mentale

  • stimolare i responsabili politici a creare condizioni che a) rendano possibili l’esistere di una pluralità di percorsi e di strutture di cura che i pazienti e i loro familiari possano scegliere liberamente nell’ambito di quelle accreditate, più che favorire normativamente quello che appare, il che non ha uguali in nessuna altra branca della medicina, un regime di monopolio;

b) che sostengano la nascita e la crescita di servizi e strutture al passo con le conquiste scientifiche più che riedizioni di una manicomialità che ci si illude di sconfiggere.

Fra il pubblico di psicologi, medici, pazienti e familiari di pazienti mentali, persone interessate, particolarmente da sottolineare la presenza di circa ottanta allievi di tre scuole medie superiori (vedi brochure) che sono stati sensibilizzati al problema della salute mentale in piccoli gruppi di discussione nelle settimane che precedono il convegno (livello della prevenzione della malattia mentale).

Nella prima parte della giornata gli allievi parteciperanno ponendo domande ad un gruppo di giovani pazienti mentali  e ai loro familiari, con il Prof. Ariano come facilitatore  del dialogo.

Nella seconda parte della giornata si confronteranno sulle loro esperienze in salute mentale e risponderanno alle domande del pubblico, moderati dalla dott.ssa Digaetano, il direttore della UOSM di Capua dr. Cioffo, il direttore della UOSM di Piedimonte Matese dr. Ferraiuolo, il direttore dei servizi clinici di Integrazioni dr. Del Prete. La consigliera regionale cinque stelle Valeria Ciarambino raccoglierà i problemi emersi nella tavola rotonda per farsene portavoce in consiglio e focalizzerà responsabilità e ruolo della regione in materia di salute mentale e progetti futuri possibili.

In particolare il livello regionale viene interpellato sul tema di quello che sembra configurarsi come un monopolio dei servizi psichiatrici pubblici sui malati mentali normativamente sancito. I soli malati mentali non possono scegliere luogo di cura, tipo di cura, specialisti cui affidarsi; chi si ammala deve rivolgersi al centro di igiene mentale del proprio territorio di residenza; qui si stabilisce a chi e in quale struttura indirizzarlo fra quelle territorialmente connesse al dipartimento di salute mentale di appartenenza. Differentemente, chiunque abbia un problema di salute, cardiaco ad esempio, si rivolge al proprio medico di famiglia, o alla propria cerchia di conoscenze, scegliendo sulla base delle informazioni di persone di fiducia a chi indirizzarsi fra le strutture accreditate col SSN, e può farlo su tutto il territorio nazionale. Ci si chiede perchè questa differenza e ci si interroga anche su come mai per i malati mentali sia stato, lungamente nei fatti, poi recentemente nelle delibere, realizzato un percorso normativo che contraddice così gravemente inviolabili principi sanciti dalla costituzione (art. 2, 13, 32) .

In conclusione per come stanno le cose i malati mentali in questo momento storico in campania sono nei fatti obbligati alle cure farmacologiche, a cui accedono facilmente nei servizi pubblici del loro territorio di appartenenza, organizzati storicamente in questa direzione. Sono obbligati a frequentare centri che si occupano di  psicoriabilitazione di intrattenimento nel territorio di appartenenza. Sono impossibilitate a scegliere specialisti e strutture che facciano dell’intervento farmacologico un supporto e della ristrutturazione psicologica delle persone e delle famiglie il centro della cura.