Delle Curti:”Siamo come gli alberi posti nella scuola D’Annunzio che bloccati dal cemento non riescono ad espandere le proprie radici e di conseguenza cadono in modo violento”

Raffaele Delle Curti prende parte alla nostra rubrica “Chiacchiere da panchina” con un’attenta analisi della realtà odierna, che pubblico qui di seguito:

Come riprendere il cammino quando trovi un percorso sterrato anche se ti hanno detto che è impossibile attraversarlo.

  • Ogni tanto ho bisogno di prendere aria perché il Sud ti toglie l’ossigeno –

Nei giorni scorsi mi sono ritrovato a parlare con un amico che oramai vive fuori dal nostro territorio o per meglio dire è residente al Sud ma passa la maggior parte del tempo in giro per lavoro tra nord Italia, Francia e Germania.

La cosa più forte e credo più incisiva che mi abbia detto è stata:

“Il Sud è divenuto un dormitorio per tanti, troppi cittadini e la cosa grave è che lo era già quando frequentavo l’Università, difatti spesso avevo bisogno di viaggiare perché il nostro territorio a volte, ti toglie il respiro”.

Di fronte a queste parole ho provato una sorta di fastidio,

mi sono irrigidito e arrancando una scusa sono andato via “incacchiato” perché mai  avrei pensato che quel mio amico potesse dire una cosa di questo genere.

Mi sono sentito offeso a nome di una comunità intera e così decisi di cancellare quella conversazione ritornando alla consueta quotidianità.

Ieri però rileggendo l’ultimo dialogo “sulla panchina di Piazza Pertini” dello sferzante pennivendolo Michele e di quel gran maestro del Prof. Mimmo Rosato è come se quella conversazione si fosse fatta viva e il fantasma del Natale, simile a quello del leggendario romanzo di Dickens, mi avesse aperto uno squarcio sul velo che circondata la nostra realtà.

Ho ripensato alla mia vita,

tra la professione di avvocato e l’insegnamento del diritto, l’impegno associativo con Urbe e quello politico con Vivila.

Come un estraneo ho guardato dal “di fuori” la nostra realtà e ho cominciato a percepire un nodo in gola e parafrasando un noto film degli anni ’90 mi è sembrato di avere un uovo sodo che bloccasse la mia respirazione e non andasse né giù e né su…permettendomi di vivere ma con una cronica difficoltà respiratoria.

Mi spiego meglio:

Ti è mai capitato di pensare che forse si parla sempre delle stesse cose?

Ti è mai capitato di ritrovarti fuori ad un bar e passare tutto il tempo a discutere di ciò che si potrebbe fare ma non viene fatto?

Ti sei mai sentito impotente di fronte al mondo?

Hai mai pensato che per fare questo o quello avevi bisogno di una mano di uno più grande o di una guida più esperta?

Ecco ho rivisto le nostre facce e ho ripercorso i nostri discorsi.

Michele, Mimmo la verità è che ci avevano promesso il Paradiso ed oggi ci si trova a vivere in un purgatorio costante fatto di potenzialità che non trovano uno sbocco, come gli alberi posti nella scuola D’Annunzio che bloccati dal cemento non riescono ad espandere le proprie radici e di conseguenza cadono in modo violento.

La maggior parte dei giovani crede che nella migliore delle ipotesi troverà un “posto” ,si sposerà e metterà al mondo dei figli, sguazzando tra la partita del Napoli (o della squadra di calcio del cuore) e un bicchieri di vino di tanto in tanto in uno dei mille bar che trovi disseminati

Per carità nulla di male in tutto questo;

ma c’è una cosa che non ritrovo più e che corrisponde alla parola ambizione, quella che ti fa alzare alle 5 del mattino e lavorare sodo fino all’una di notte con un sorriso stampato sul volto manco avessi vinto alla lotteria.

Per carità nulla di male nel voler vivere una vita normale;

ma il problema sono gli occhi spenti di una generazione che guarda con sarcasmo al mondo e con la lucida rassegnazione di chi insoddisfatto sa bene che fatti i “risvoltini” ai pantaloni e assaporato l’aperitivo della domenica dovrà tornare al suo posto, perché così è la vita.

Ci siamo fatti sedurre dal mito delle scuse di cui i leader “oscuri” si nutrono.

Nulla è possibile, tutto deve passare attraverso il filtro di qualcuno o del tempo che deve farci fare i capelli bianchi.

Allora ci si sconvolge che dei giovani di 25 anni, che vivono fuori, abbiano un’impresa che fatturi milioni di euro oppure che uno studio legale composto da trentenni abbia tanti clienti…

Perché non è possibile avere trent’anni e riuscire in qualcosa…

Non è possibile! Non è concepibile!

Michele, Mimmo la frase più gettonata è:

“Bisogna accontentarsi e non si può pretendere la luna”

 Certo questa andrebbe bene se pronunciata da chi, oramai cinquantenne, le ha provate tutte, ma non può essere accettata se proviene da un ventenne o da un trentenne!

Michele, Mimmo vedete questo modo di pensare di tanto in tanto pervade anche il sottoscritto che è stato da sempre definito un sognatore perché come diceva Ghandi alla “mediocrità ci sia abitua facilmente: è più attraente in quanto non richiede una lotta ma lo stare seduti inermi”.

 Ora non voglio mettere in dubbio le difficoltà che invadono la vita di tutti i giorni e il momento storico complesso ma questa comunità ha commesso l’errore più grave di farci perdere anche la speranza.

 Ecco la speranza sta tutta nella capacità di sognare prima e di realizzare poi ogni giorno, passo dopo passo, il proprio percorso passando tra sconfitte e difficoltà.

 Come tutti i grandi pensatori hanno sempre detto il cambiamento passa prima dall’immaginazione dello stesso:

ora se sin da piccoli ci viene detto che questo non è più il mondo ideale e che non ci sono le possibilità che c’erano ieri non vedo come si possa costruire una comunità sana.

Mio padre e mia madre quand’ero bambino prima che andassi a dormire mi raccontavano delle favole ed ad un certo punto si arrestavano e mi chiedevano di continuare la storia costruendola da me.

Quella cosa per me ha fatto la differenza.

Mi davano il permesso di arricchire il loro racconto e sopratutto  mi resero edotto e consapevole di una cosa:

loro potevano accompagnarmi fino ad un certo punto poi sarei stato io a dover creare il mio presente ed il mio domani.

Michele, Mimmo ora probabilmente mi chiederete:

Raffè vuoi dirci che dobbiamo ritornare a raccontare e a raccontarci le favole?

La tua soluzione sono le favole?

In parte si!

Chi ha qualcosa da raccontare deve ritornare a farlo, mettendo il proprio tempo a disposizione, donando in maniera amorevole la propria esperienza ma ricordando una cosa importantissima:

ad un certo punto deve fermarsi e chiedere al più giovane di continuare.

I grandi capitani di ieri devono lasciare il passo a chi ha più energie da mettere in campo e trasformarsi in allenatori accompagnandoli in tutto e per tutto.

Se la strada che abbiamo di fronte è sterrata e quindi di difficile percorribilità è necessario che a tirare la carretta siano più persone:

da un lato l’esperto che quel tipo di strada l’ha già battuta e conosce le tecniche per affrontarla e dall’altro il giovane che con la sua forza può metterle in pratica.

Parafrasando la “dialettica servo- padrone”, di matrice Hegheliana, l’esperto necessita del giovane come il giovane necessita dell’esperto, anche perché essi non potrebbero idealizzarsi se lontani l’uno dall’altro.

Di certo non possiamo accettare che l’esperto dica che la strada è impercorribile e che bisogna stagnarsi in attesa che arrivi qualcuno a cementarla.

Sognare di percorrerla è l’inizio del cammino.

Del resto il grande Einstein ci ha insegnato che:

“L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, invece l’immaginazione abbraccia il mondo”.

 Ora scappo, sto scrivendo dalle 5 e si son fatte le 7… devo andare in udienza…buona giornata!

 Buon Natale Michele, buon natale Mimmo e buon natale a tutti noi!

 

L’ultimo appuntamento di “Chiacchiere da panchina” : http://www.micheleraucci.it/2017/12/chiacchiere-panc…tti-marcianisani

Vi ringraziamo per l’attenzione e invitiamo tutti a sedersi accanto a noi per  esprimere il proprio pensiero con toni pacati e rispettosi. Chiunque fosse interessato a intervenire, dare semplicemente un parere o un suggerimento può farlo attraverso la sezione “Ora tocca a Te !” del mio blog www.micheleraucci.it .