Io sto col diritto di suolo

Cari amici, ho da  spendere qualche parola sulle bagarre scatenate in Parlamento a causa della decisione di anticipare la discussione per l’ approvazione della legge dello ius soli. Premesso che non ho mai considerato il  Parlamento italiano un monastero di carmelitane  scalze, ma utilizzarlo come lo sfogatoio dei propri istinti più bestiali, è davvero troppo. E’ inconcepibile che un legittimo dissenso venga manifestato attraverso show circensi, spintoni, colluttazioni. Non oso immaginare cosa accadrebbe nel nostro Belpaese, se noi cittadini dovremmo prendere esempio dai nostri rappresentanti in Parlamento. Fortunatamente siamo gente che ragiona poco al momento del voto,  ma decisamente più decorosa, educata e rispettosa. Tralasciando queste gravi defaiances che saranno certamente accertate e perseguite, ritengo utile andare al nocciolo della questione: il duro e puro Salvini e l’equilibrista Di Maio sostanzialmente sostengono che il governo debba occuparsi innanzitutto di  disoccupazione  e povertà. Se ho capito bene, dunque,  i tempi di approvazione dello ius soli quantificabili in qualche settimana, potrebbero ulteriormente aggravare la difficile condizione economica del paese. Ho qualche dubbio che quanto non è stato fatto in diversi anni, sia recuperabile in alcuni giorni. Onde evitare di beccarmi l’accusa di inutile, inopportuna, gratuita ironia  e per fare in modo che siate voi a farvi un’idea della posta in gioco, riporto quanto prevede la legge sullo ius soli e poi vi dirò la mia. Oggi vige lo ius sanguinis: la cittadinanza italiana viene trasmessa solo dai genitori ai figli. Il cittadino straniero nato in Italia, oggi, ha diritto alla cittadinanza solo se, una volta diventato maggiorenne, dichiari entro un anno di volerla acquisire e fino a quel momento abbia risieduto nel Paese “legalmente e ininterrottamente”. La nuova legge, invece, introdurrebbe altre due modalità di acquisizione della cittadinanza per i figli minori di genitori stranieri: lo ius soli “temperato” e lo ius culturae.   Lo ius soli “temperato” presente nella legge presentata al Senato prevede invece che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri:

– deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale;
– deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;
– deve superare un test di conoscenza della lingua italiana. In base allo ius culturae possono ottenere la cittadinanza anche i minori stranieri nati in Italia, o entrati entro il 12esimo anno, che abbiano “frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli presso istituti scolastici del sistema nazionale, o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali”. La frequenza del corso di istruzione primaria deve essere coronata dalla promozione. I ragazzi arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni, poi, potranno avere la cittadinanza dopo aver risieduto legalmente in Italia per almeno sei anni e aver frequentato “un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo”. Personalmente sposo a pieno la legge sullo ius soli e ritengo aberrante chiudere un occhio sui diritti delle persone perché nei sondaggi Tizio superebbe Caio di un punto .  Allargando un po’ il ragionamento e chiudo, penso che il problema principale del nostro paese per quanto complesso e di non facile soluzione, non sia l’immigrazione ma la corruzione, gi sprechi, i  privilegi. Brindo, quindi, al proposito dal sapore squisitamente politico-religioso di Papa Francesco di scomunicare corrotti e mafiosi.