La replica di Velardi all’intervento del consigliere Zarrillo sul cambiamento reale o meno della città e le prospettive del centrodestra

Marcianise-Ho letto con interesse l’intervento del consigliere Antimo Zarrillo e ti chiedo la cortesia, caro Michele, di poter fare a mia volta qualche veloce riflessione. Intanto, il consigliere Zarrillo pone due questioni: una relativa al cambiamento reale o meno della città, l’altra relativa alla necessità della ricostruzione di un nuovo spazio politico a destra. Sono due questioni apparentemente diverse tra loro. Cosa dice Antimo? Scrive testualmente: “Pur non entrando nel dettaglio ritengo che il vero cambiamento è determinato dalla volontà e dall’ambizione di porsi come creatori e non come gestori, sia pure decorosi, dell’ordinario. Creare per cambiare. Gestire per mantenere. A Marcianise nell’ultimo anno non si è creato bensì gestito”. Questo è il punto. Sono arrivato un anno fa in Comune e ho trovato lo sfascio totale: di tutto ci si occupava fuorché del rispetto delle regole, anzi dell’individuazione delle regole per poterle poi rispettare. Mi è parso chiaro che ogni azione non poteva prescindere da questo presupposto, cioè da un’azione di pulizia forte che segnasse in modo chiaro la discontinuità. E non è stato mica semplice. Si sono scatenate contro di me le forze più strane, i personaggi più retrivi, le centrali (poco chiare) di un potere antico che mirava solo alla perpetuazione. Faccio un esempio: il fatto che ora a Marcianise si organizzino iniziative in continuazione è dovuto – anche, sottolineo anche – ad un aspetto banale ma significativo. Chi fa una richiesta per una manifestazione sa come la deve fare, quali regole deve rispettare, e sa anche che avrà di conseguenza l’autorizzazione in tempi brevissimi. Si tratta di quella che il consigliere Zarrillo chiama decorosa ordinarietà. Ma prima non c’era, e lo sanno tutti. Quanto alla progettualità, beh, ci stiamo muovendo anche su questo. Abbiamo un’idea di città, la stiamo veicolando attraendo qui sul nostro territorio risorse ed interessi in una logica non sia di rapina ma di valorizzazione del territorio. E soprattutto abbiamo ribaltato l’immagine di Marcianise che un anno fa era la città – semplificando – di  quelli “sporchi, brutti e cattivi” e ora è un riferimento. E che sia un riferimento non è una mia fissazione: è un dato certo, chi non lo riconosce vuol dire che vive fuori dal mondo. E qui mi riallaccio alla seconda questione, quella dello spazio politico da ricostruire per la destra marcianisana. Perché l’opposizione – e quindi anche il consigliere Zarrillo – non ha visto e non vede il cambiamento? Perché non ha colto la novità? La spiegazione c’è: si è autoisolata, si è messa da parte. Ha scelto la strada non della contrapposizione politica che può essere anche costruttiva, ma della demolizione – a colpi di denunce alla Procura – di avversari intesi come nemici, in un meccanismo dove il dato personalistico sovrastava qualsiasi altro dato. Fare opposizione così copre gli occhi, offusca la mente, destabilizza se stessi e gli altri. Perché l’opposizione è stata declinata così? Perché non ha avuto una guida, ovvero chi guidava la macchina ha accelerato e ha mandato la macchina a sbattere contro il muro, sfasciandola. E non ha avuto una guida perché l’opposizione non aveva un’identità politica chiara, ma era una coalizione in chiave elettorale costruita in chiave anti-Velardi. Così, il sistema regge (e ha retto) per qualche mese ma poi collassa. E difatti è collassato. Ha quindi ragione il consigliere Zarrillo quando dice che occorre individuare un nuovo perimetro del centrodestra e costruire un’intelaiatura che possa essere forte, con nomi nuovi e con leadership intelligenti che sappiano individuare una strada e percorrerla. E aggiungo io: leadership che sappiano guardare solo agli interessi della città. Caro Michele, l’intervento del consigliere Zarrillo è già sintomatico di un nuovo modo di intendere la propria azione politica; io spero che possa rappresentare un modus operandi completamente diverso dal presente e dal passato. Ne guadagnerebbe l’opposizione, ne guadagnerebbe la maggioranza, ma soprattutto ne guadagnerebbe la città. E spero che non resti un caso isolato, ma abbia in sè la forza della contaminazione.

 

L’intervento di Antimo Zarrillo: “Il termine maggiormente utilizzato in questo periodo per celebrare il primo anno dell’amministrazione targata Velardi è “cambiamento”. Abbondano espressioni tipo: la città è cambiata, l’aria è cambiata, l’amministrazione del cambiamento. Sforzandomi di tenere distinta la posizione di cittadino dalla carica di consigliere comunale, che mi indurrebbe a formulare giudizi di parte, più volte mi sono chiesto: ma davvero Marcianise è cambiata? Trovandomi in difficoltà ho cercato, allora, di rispondere a questo quesito attraverso un altro interrogativo, ossia quando una città può considerarsi veramente cambiata? Ebbene, pur non entrando nel dettaglio ritengo che il vero cambiamento è determinato dalla volontà e dall’ambizione di porsi come creatori e non come gestori, sia pure decorosi, dell’ordinario. Creare per cambiare. Gestire per mantenere. A Marcianise nell’ultimo anno non si è creato bensì gestito. Ciò detto, caro Michele, approfitto ancora un po’ della tua ospitalità per porre una questione politica non più rinviabile. Mi riferisco alla necessità di procedere a Marcianise alla ricostruzione di un centrodestra forte e propositivo, che torni ad essere protagonista. Il bisogno di avere ben presente la propria identità e di fare squadra per affermare valide alternative sul piano politico è più che mai stringente. Per uscire dalla situazione di marginalità servono la consapevolezza dell’insostenibilità di questa situazione e la volontà di imprimerle, adesso, un cambiamento. A Marcianise il centrodestra ha bisogno di guardare in faccia la realtà per ciò che essa è veramente. Come possono generazioni nuove raccogliere il testimone e farsi portatrici di maggiore coerenza e determinazione? Se tanti sono stati gli errori commessi, tanti sono anche i punti di forza da cui si può ripartire. La volontà di innovare e di costruire un nuovo percorso, in continuità con le buone intuizioni e in rottura con gli errori commessi, deve prevalere su qualunque altra tentazione. Non serve più una politica del giorno per giorno, come non serve una politica che denunci le cose non fatte o fatte male, serve una politica fatta di contenuti, di proposta innovativa, di ripresa dell’orgoglio dove tutti sono chiamati a svolgere il proprio ruolo e la propria azione sociale, economica, lavorativa, culturale, formativa, sportiva. Auspico, quindi, la formazione di un gruppo, soprattutto politico, che ricostruisca una peculiare cultura di governo.

Antimo Zarrillo

consigliere comunale