Oggi pomeriggio sarà Equinozio di Primavera , momento in cui notte e giorno, o meglio la durata del periodo di luce e quello di buio, sono identici. Avviene il 20 e non il 21 marzo perché il nostro calendario– noto come calendario gregoriano– misura 365 giorni per un anno, cioè circa un quarto di giro in meno di quanti la Terra ne compia su se stessa durante una rivoluzione completa attorno al Sole – una rivoluzione terrestre è compiuta in 365 giorni 5 ore 48 minuti 49 secondi. Quindi accumuliamo ritardo per 3 anni e poi recuperiamo tutto aggiungendo 1 giorno ogni 4 anni (anno bisestile), purché il quarto anno sia divisibile per 4 e, se l’anno è secolare, lo sia anche per 400: così l’anno 1600 ed il 2000 sono stati bisestili, mentre non lo sono stati 1700, 1800 e 1900. Il ritardo che accumuliamo fa sì che ogni anno il momento dell’equinozio sia in un orario differente rispetto al precedente, per poi venire risistemato con il giorno bisestile: l’equinozio può così cadere in un giorno compreso tra il 19 ed il 21 marzo. Oggi, 20 marzo, 2018, oltre ad essere l’inizio ufficiale della primavera astronomica è anche la Giornata Internazionale della Felicità. Questa ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite: “L’Assemblea generale […] consapevole che la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità, […] riconoscendo inoltre di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone, decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità, invita tutti gli stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile, incluse le organizzazioni non governative e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità in maniera appropriata, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica”.