Caro Babbo Natale

Caro Babbo Natale,

so, e non vorrei affatto trovarmi al tuo posto, che hai i secondi contati per leggere le letterine e consegnare i regali a tutti i miei 700 milioni di coetanei di tutto il mondo, ma avevo la necessità di dirti alcuni cose.

Rispetto all’anno scorso ce l’ho messa tutta, eppure non sono migliorato molto in pigrizia, golosità e desiderio di stare sempre al centro dell’attenzione. In cambio, però, ho maturato più amore verso i miei parenti, conoscenti, estranei in difficoltà e ho finalmente capito che dei soldi non me ne frega un bel niente.

E sì, caro nonnino, è stato un anno assai difficile per le persone che amo e per tanti bambini come me che in ogni parte del mondo quotidianamente muoiono a causa delle guerre o la follia omicida degli adulti. Ieri, mentre i miei genitori guardavano al telegiornale le cose brutte di Berlino, ho dapprima avuto un vuoto allo stomaco e poi ho pensato che sarebbe potuto capitare anche a me e ai miei fratelli e cuginetti quando giriamo tra le bancarelle del nostro paese per farci comprare le caramelle a coca cola o magari un supereroe.

Nonostante tutto, il 2016 non lo colorerei solo con un pastello nero o grigio perché ci son state anche cose belle: nuovi amici, la contentezza di quel che ho e che desidero condividere con i bambini più sfortunati, l’assenza di rancore nel mio cuoricino.

In attesa che tu faccia le tue valutazioni e decida se merito o meno i regali, ci tenevo a dirti che vorrei due sole cose: la prima, che ho scritto anche nel bigliettino sull’albero dei desideri a Napoli, è un po’ di pace per me e il mondo, mentre per la seconda desidererei tanto che tu tenessi lontano da me gli imbecilli perché di cose a cui pensare già ne ho fin troppe e non mi va di sprecare fiato ed energia.

Con la promessa e l’impegno a essere più buono l’anno prossimo ti saluto affettuosamente.

Tuo Michele