C’è un’opposizione a Marcianise e chi ne fa parte?

L’ho chiesto a Dario Abbate,  competitor di Velardi alle ultime amministrative, nel corso di un’intervista che pubblico qui di seguito:

  • Mi toglie innanzitutto una curiosità personale: su cosa ha fatto leva per riuscire ad arruolare il consigliere comunale Pasquale Salzillo, che nella passata consiliatura sedeva tra i  banchi di Forza Italia e Giovan Battista Vallosco che sostiene Velardi nella lista “Democratici e Riformisti “ da lei ispirata per la consultazione provinciale?

 

La lista Riformisti e Democratici  si pone il compito di mobilitare le energie e i valori della sinistra di questa provincia, valori spesso dimenticati da una parte del gruppo dirigente di quello che considero ancora il mio partito, il PD. Questi valori saranno degnamente rappresentati da quanti avranno il privilegio di essere eletti. Vallosco, pur essendo un componente della maggioranza (seppur su posizione spesso critiche), è uno dei rappresentanti più autorevoli del neonato movimento Articolo 1-MDP ed è dunque in linea con i riferimenti ideologici della lista. Pasquale Salzillo è di fatto uno dei consiglieri provinciali uscenti ed ha dimostrato in quel ruolo le stesse competenze, la medesima passione e l’impegno che sta ponendo nella efficace azione di opposizione all’attuale maggioranza in Città. Credo che fosse giusto consentirgli di vivere nuovamente quell’esperienza e di contribuire all’azione di governo della provincia  in rappresentanza della nostra squadra. Considero un fatto positivo che Moretta e Salzillo siano entrambi candidati in un’unica lista esaltando il valore dell’unità della squadra rispetto alle altrui divisioni.

 

  • A proposito, che pronostico fa per la sua lista, in cui ricordiamo  è anche candidato Giuseppe Moretta, mister preferenze alle ultime amministrative con 840 voti?

I voti si contano e non si annunciano. Vedremo alla fine. Tuttavia sono fiducioso che la lista possa essere, quanto a consensi,  la prima fra quelle  presentate. L’esperienza ci insegna che umiltà e prudenza aiutino a lavorare meglio e ad essere apprezzati dall’elettorato a qualsiasi livello.

  • Tornando alla politica locale, non le sembra che l’opposizione sia un tantino assente nel dibattito politico e sul piano amministrativo? Per dirla nuda e cruda, lei e gli altri consiglieri comunali d’opposizione date l’impressione di non stare sui fatti della città, di lasciare troppo spazio al sindaco e di procedere in ordine sparso come se mancasse una strategia comune. Mi sbaglio?

Non sono d’accordo. La nostra costante azione di opposizione ma soprattutto il  rigoroso controllo sui pochi atti prodotti dalla giunta e dal sindaco stanno efficacemente  mostrando alla Città la vera faccia di un’amministrazione opaca, approssimativa ed inconcludente. Non c’è un’idea vera di sviluppo della Città, non c’è prospettiva di rilancio economico e sociale.  E’ anche grazie al lavoro svolto da noi in questo anno e mezzo di “nuovo” corso  che il numero dei cittadini delusi ed insoddisfatti dell’attuale sindaco aumenti giorno dopo giorno. Riceviamo quotidianamente telefonate o confidenze di persone che si dichiarano pentite di aver scelto Velardi come sindaco. Spesso sono persone molto vicine allo stesso sindaco. Le posso garantire che è così. Il fatto che lei mi faccia questa domanda ne è la riprova. Implicitamente Lei, che è stato un estimatore del (fallito)  progetto rivoluzionario dell’allora candidato sindaco, sta ammettendo la sua insoddisfazione. In ogni caso Le obietto che la minoranza non ha alcun potere di contrasto, visti i numeri in consiglio, con l’unica eccezione rappresentato dalla denuncia pubblica e, in casi inevitabili, dal ricorso alla magistratura.  Questo lo abbiamo fatto senza fare sconti, spesso in grande solitudine rispetto a forze politiche che hanno rinnegato se stesse sconfessando quello che affermavano quando esse erano all’opposizione. In questo abbiamo dimostrato la nostra coerenza.

 

  • Riguardo all’ opposizione, chiedo a lei che è stato leader e candidato a sindaco della coalizione in cui è stata eletta Maria di Lernia:  ho letto che insieme a Mimì Laurenza ha costituito  il gruppo consiliare di “Campania Libera “,  ma al momento non c’è una dichiarazione di adesione alla maggioranza.  Le ha per caso anticipato il suo passaggio tra le file di Velardi?

Non conosco le intenzioni della giovane consigliera. Spero vivamente che ci rifletta bene prima di tradire il mandato ricevuto dagli elettori e sono convinto che, alla fine, non lo farà. Ho spiegato a Maria che il suo successo elettorale è frutto anche del lavoro di un gruppo rappresentato dai tanti candidati che l’accompagnarono nelle felice esperienza di Sinistra e Cambiamento. Mi lasci aggiungere che considero il trasformismo uno delle peggiori piaghe della politica italiana e, soprattutto, una causa di inquinamento valoriale. Il trasformismo, specie quello posto in essere dallo sconfitto che abbraccia il vincitore, è sintomo di decadimento etico e morale ed  è una pratica irriguardosa e diseducativa verso i cittadini. Lo diceva molti anni fa Cicerone indicando nel De Officiis i doveri di un uomo politico. Consiglio vivamente alla giovane Maria  di leggere quell’opera.

  • In conclusione, mi dice 3 cose di cui Marcianise ha urgente bisogno e a cui il sindaco non ha messo mano?

C’è una cosa da fare urgentemente. Invitare il sindaco ad abbassare i toni e a rispettare tutti i cittadini, anche quelli che muovono critiche. È stato sconcertante leggere la sua risposta ad una mamma che sul suo “Diario di un Sindaco” aveva lamentato la mancata attivazione del servizio mensa o quella data a quei cittadini che gli chiedevano se fosse vero che un concorso tenutosi al comune fosse stato truccato (“li marchierò come i nazisti fecero con gli ebrei”).  Marcianise ha innanzitutto bisogno di tornare ad essere una comunità,  unita ed impegnata nella ricerca del bene comune e questo obiettivo rientra senz’altro tra i compiti di chi ha responsabilità di governo, primo fra tutti il sindaco.  Credo, infatti, che tra le tante,  la maggiore delle responsabilità dell’attuale sindaco  risieda nell’aver inquinato il dibattito politico trasformando la dialettica tra maggioranza e opposizione in una disputa tra Guelfi e Ghibellini: i Cittadini ne stanno risentendo notevolmente.

C’è poi bisogno di recuperare legalità, trasparenza e partecipazione. Le sembrerà strano che le indichi questo tipo di priorità, ma lo dico con convinzione. Spero vivamente che la Città di Marcianise mantenga un primato nella provincia di Caserta: quello di non aver mai visto un amministratore in carica varcare i cancelli di un penitenziario. Ribadisco: uso parole forti, ma con cognizione di causa.

Occorre poi un vero programma per una Città che vive senza una vera prospettiva di sviluppo. Serve attrezzare una politica territoriale che possa veramente sfruttare le occasioni legate alla posizione strategica del nostro territorio. Serve un interporto vero,   integrato con il nostro territorio, capace di ridare linfa alla nostra economia  e di creare occupazione stabile e duratura per i nostri giovani. Nonostante i grandi investimenti che hanno interessato la nostra Città, è mancata una politica del lavoro che consentisse una ricaduta occupazionale consistente. Il problema, questo è indiscutibile,  non è sorto oggi: ma l’attuale sindaco continua colpevolmente a sottovalutarlo  visto che la individua tra le responsabilità delle passate amministrazioni.. Non mi pare che sul tema abbia le idee chiare visto come ha affrontato la questione Interporto (al di là degli aspetti illegittimi che abbiamo denunciato). Abbiamo tentato invano di porre rimedio alle sue mancanze presentando in Consiglio una mozione che, partendo dalla questione interporto, affrontasse con serietà il tema della disoccupazione. Considero un grave errore la netta chiusura del sindaco che ha imposto alla sua maggioranza di bocciare la mozione tendente a costituire una commissione speciale.

Quanto alle 3 cose cui il sindaco non ha messo mano? E’ sufficiente leggere il suo programma elettorale, le linee programmatiche lette al consiglio nella seduta di insediamento e il De Officiis di Cicerone sui Doveri dell’uomo politico: la risposta è lì.