Pasquale Gaglione PD: Riflessioni sulle Fedi religiose, la Scuola e la Costituzione.

 

gaglioneComunicato Stampa-E’ paradossale, ai giorni nostri, che si debba evidenziare ancora la mancanza del riconoscimento dei diritti e principi fondamentali relativi ad alcune fedi religiose monoteiste che non trovano spazio nell’ambito scolastico, vera sede educativa e culturale. Infatti, Il problema del culto, nell’ambito delle autonomie della istituzione scolastica, intesa come momenti di integrazione ed insegnamento alla convivenza, resta ancora in posizione di assoluto stallo.

Com’è noto la nostra società, come quella europea, discute sull’argomento da tempo, peraltro non producendo alcun risultato se non l’assoluto silenzio.
Silenzio che non garantisce la tutela dei credenti di fede religiosa “diversa” da quella cattolica.

In uno Stato laico, come il nostro, ubicato in un contesto europeo, altrettanto laico, la considerazione in parola, fa fatica ad individuare una strategia, un metodo risolutore finalizzato a stabilire garanzie di uguaglianza verso una tematica culturale di tal genere.

Manca, cioè, un riconoscimento dell’insegnamento di religione, in favore di “giovani alunni” provenienti da Paesi di migranti in cerca di libertà ove regnano guerre, stragi di uomini, donne e bambini, e dove la negazione dei principi della universalità dei diritti dell’uomo, è pressante.

Questi “alunni” utili alla formazione di classi (organici), ma non utili, invece, a dar vita ad un completo sviluppo interculturale, cioè ad ottenere un sostegno didattico del proprio credo, dove neppure un lieve barlume di “disciplina” risulta presente, nell’apposito calendario scolastico.

Eppure, a mio sommesso parere, non mancano, nel nostro mondo giuridico, valide e significative indicazioni finalizzate ad affrontare il problema. Basta esaminare gli artt. 8 e 9 (Principi fondamentali), artt. 19 e 117 (Principi etici e politici) della nostra Costituzione, redatta con i contributi di cattolici – democratici, liberali, socialisti e comunisti.

Lo Stato, infatti, pur attivando incentivi economici, risorse umane, servizi di vario genere verso esseri umani di etnie diverse presenti nella nostra Comunità pluralista ed multiculturalista, non porge l’attenzione verso la fattispecie in esame. E’ innegabile, quindi, la mancanza di un “modus operandi” più rispondente allo spirito, alla “ratio” delle citate norme costituzionali, specialmente laddove vengono enunciate che tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge, purché non in contrasto con il nostro ordinamento giuridico. Come l’art. 9, dove la Repubblica promuove, ovunque, lo sviluppo culturale nel senso più ampio della parola. Così l’art. 19 dove tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di diffondere professionalmente il proprio culto in ambienti pubblici, non esclusa la scuola. L’art. 117 dove lo Stato, con legislazione esclusiva ha la competenza a disciplinare i propri rapporti con tutti i credo presenti sul territorio.

In conclusione, sforziamoci, civilmente, ad allontanare polemiche sterili ed asociali verso popoli di etnie diverse, in quanto tutti sono stati creati ad immagine di Dio e perché tali meritano che “l’ora di religione” possa realizzarsi, nell’ambito delle autonomie scolastiche, quale elemento integratore della convivenza educativa, sotto l’egida della Comunità nazionale ed europea, ambedue pregne di ideali e valori laici e democratici.

Marcianise (CE), 16/02/2016 Presidente del PD Marciansie
Pasquale Gaglione