Sapevate che da morti con lo stesso prezzo di un funerale potreste trasformarvi in un diamante per i vostri cari?

 

imagesSe pensate di essere stati dei gioielli in vita, sappiate che potreste esserlo anche da morti, in un anello al dito, o al collo, magari in un pendente vicino al cuore di un vostro caro. Non è una bufala, ma l’idea di un’azienda svizzera, che trasforma le ceneri di un cremato in una pietra preziosa con tutte le caratteristiche ideali per creare gioielli.
Il tutto si realizza attraverso l’estrazione del carbonio dalle ceneri ( ne siamo composti al 18%, dopo la cremazione il 2%) o dai capelli, nel caso i resti del corpo siamo troppo pochi, e l’eliminazione di tutti gli altri elementi tramite un processo chimico. il carbonio, pressato e portato ad elevatissima temperatura, si trasforma in grafite che viene scaldata fino a 1500° e subisce una pressione pari a 440 tonnellate circa per centimetro quadrato. A sua volta, la grafite diventa un diamante grezzo che va dal bianco al blu scuro ( la diversa tonalità dipende dalle caratteristiche chimiche di ciascun corpo, e in particolare dalla quantità di boro presente belle ceneri) pronto per essere tagliato e pulito. Una volta terminato il processo di “diamantificazione”, la pietra preziosa viene ulteriormente tagliata e lucidata per essere incastonata in un qualsiasi gioiello così che ogni giorno avremo vicino i nostri cari. Questo tipo di trattamento ha lo stesso prezzo di un funerale circa 3000 euro, se desiderate una pietra grezza da un terzo di carato. Nel caso in cui, invece, optate per un diamante da 2 carati, il costo lievita sino a 20000 euro. In Italia, diamanti-blu-istituto-gemmologico-nazionalea differenza del Giappone dove la domanda è molto forte, annualmente vengono richiesti appena una decina di gioielli realizzati con le ceneri del caro estinto. Il nostro paese è indietro o meglio praticamente fermo, anche per quanto riguarda i gioielli prodotto con le spoglie di animali, assai richiesti dagli arabi. Parlare di morte, inevitabilmente genera sempre un po’ di ansia o agitazione, ed anche per questo ho cercato di trattare la questione con un po’ di ironia multicolor. E poi parliamoci chiaro, ritengo utile sapere che dopo la morte, avremo oltre alla cremazione e alla sepoltura, un’altra opzione che ci consente di restare per sempre vicini alle persone che abbiamo amato in vita. Fino a qualche anno fa, invece, conoscevamo la semplice cremazione e diversi tipi di sepoltura: quella green o verde e la celestiale. La prima consiste nel mettere il corpo in una capsula o contenitore biodegradabile, realizzato con plastica di amido derivante dalle patate o mais, per dare le sostanze nutritive ad un albero. Così facendo, avremo un albero per ricordare i nostri cari ormai scomparsi e una foresta rigogliosa, invece di una distesa di lapidi.
Non è assolutamente trascurabile poi, che l’utilizzo di questi contenitori consentirà di risparmiare alberi per costruire bare e di piantarne altri. Chi è interessato a questo tipo di sepoltura, potrà scegliere tra una serie di alberi (eucalipti, ippocastani, querce e ulivi e tra gli arbusti alloro, corbezzolo ginestra o mirto) o piante da frutto così che 614247_2ZYE3B37DL7445DL8HSEQES7VFPP2B_diamanti1-1_H131612_Lconsentirà ai propri cari di coglierne le prelibatezze. In Italia, attualmente vige ancora il divieto per questo tipo di sepoltura, ma non è detta l’ultima parola. La sepoltura celestiale (anche conosciuta come “funerale celeste”), infine, è un antico rito funerario tibetano ancora oggi praticato da alcune comunità, per mezzo del quale si diventa cibo per uccelli. Proibito dalla Cina per alcuni decenni, è tornato ad essere legale negli anni 80.