Speranza a Marcianise:”“La sinistra deve smettere di imitare la destra” (VEDI FOTO)

Si è svolto ieri alle ore 20.00, presso il cortile del Palazzo della Cultura “Monte dei Pegni” di Marcianise, il convegno “Fondata sul lavoro”, iniziativa politica organizzata dagli esponenti di “Articolo Uno Mdp” coordinamento di Caserta. Erano presenti militanti del movimento, cittadini interessati al nuovo soggetto politico e alcuni esponenti delle forze politiche cittadine. Tra gli aderenti della prima ora al movimento di centrosinistra di Roberto Speranza il consigliere comunale Giovanni Vallosco e l’ex assessore Antonietta Paolella.

Ad aprire la manifestazione, davanti ad un uditorio molto folto, l’intervento di Alessandro Tartaglione, coordinatore di “Marcianise Terra di idee“. “Articolo Uno – ha esordito Tartaglione – è nato perché il tema del lavoro, delle politiche di contrasto alla disoccupazione e della difesa dei diritti dei lavoratori torni con forza nel dibattito pubblico e nelle agende dei Governi. Ci preme la tutela dei diritti di chi un lavoro ce l’ha ma lo vuole conservare nel rispetto della dignità umana e, soprattutto ridare speranza a quelli che lo cercano, soprattutto ai giovani, soprattutto al Sud. In un Paese in cui crollano i ponti e le strade sono da quarto mondo, non c’è bisogno di scavare e riempire buche come diceva Keynes per sostenere politiche anticicliche. Basterebbe finanziare un piano di manutenzione nazionale per mettere in sicurezza le infrastrutture, ridare un po’ di fiato all’economia e sostenere l’occupazione. Noi sappiamo che il lavoro non si fa con gli sgravi, ma con gli investimenti: per cui chiediamo che questo piano di manutenzione del Paese, debba avere un doppio peso al Sud, per arrestare la ripresa di un massiccio movimento migratorio di giovani e non giovani, verso il Nord dell’Italia e dell’Europa”. Sul tema dei roghi tossici Tartaglione ha poi aggiunto: “Per anni abbiamo lasciato che i cittadini si auto organizzassero per porre all’attenzione del Governo Centrale, il sistematico deturpamento dell’ambiente nella cosiddetta Terra dei Fuochi. La sinistra deve cogliere la sfida di fare propria questa battaglia, raccogliere queste istanze, che nelle nostre terre significa una sfida per la sopravvivenza”.

Prendendo la parola il coordinatore provinciale, Gianni Cerchia, ha ribadito la centralità del tema del lavoro per il movimento. “La sinistra – ha spiegato – è quella che tutela i diritti. La sinistra è quella che punta allo sviluppo del Mezzogiorno per fare ripartire il Paese”. Ha poi invitato a testimoniare le loro condizioni due lavoratori, uno del bacino di crisi e l’altro della Jabil Circuit di Marcianise. “In questo modo – ha spiegato Cerchia – diamo anche un senso pratico alle cose che stiamo dicendo in questi mesi”.
Clemente Cibelli, del Bacino di Crisi Caserta, ha portato la testimonianza sua e degli altri lavoratori “Devono darci possibilità, almeno un minimo sostegno per farci sopravvivere. Il Governo, anche se si dice di centrosinistra, non è vicino a chi sta vivendo una situazione come la nostra. Fondamentale affrontare il problema degli ammortizzatori sociali in una realtà come quella di Caserta, deserto industriale. L’unico margine risolutivo al momento è trattare con gli enti locali; aprire la partita Apu”. È Amedeo La Peruta, RSU Fiom-Cgil, a prendere successivamente parola. La Peruta incentra il proprio intervento sulla problematica Jabil: “Dal dramma lavorativo nessuno è escluso. Gli ammortizzatori sociali, unico sostegno iniziale, sono stati solo peggiorati dal Jobs Act. Di ammortizzazione sociale si può anche morire, perché determinate deroghe rallentano solo il problema senza risolverlo – ha sostenuto La Peruta. “Occorre lanciare un patto sociale per questo territorio, stiamo lavorando per chiedere un piano industriale meritevole di essere chiamato tale. Ogni attore deponga le asce di guerra e creiamo insieme un bacino comune di sinistra. A Capua, per esempio con “Capua bene comune” abbiamo dimostrato che un ampio contenitore di sinistra è possibile”
Arturo Scotto, parlamentare Mdp: “Da cittadino vesuviano, mai avrei voluto vedere il Vesuvio bruciare . È l’11 settembre della Regione Campania! È terrorismo. La procura faccia il suo dovere, ma anche la politica. L’arpa Campania si svegli e faccia monitoraggio effettivo dei danni causati dagli ultimi incendi. Dopo questo incontro andremo dal Prefetto di Napoli, contando sul fatto che serva mobilitazione delle forze dell’ordine per passare da protezione civile a prevenzione civile. Serve filiera istituzionale, che funga da cabina di regia. Accolgo la proposta di Renzi, per arrivare al di sotto del vincolo di deficit del 3% con l’Europa pur di risolvere nostre emergenze”.
Massimo Paolucci, europarlamentare Mdp, prende parola nella stessa ottica degli interventi precedenti:
“Avendo ascoltato i lavoratori Jabil e avendo incontrato, nei giorni scorsi, gli Lsu di pulizia delle scuole non stipendiati, mi chiedo perché? Rileviamo le cause: non solo insipienza, non solo incapacità. Siamo di fronte al fatto che il principale partito formalmente di sinistra, adesso è di centro. Dobbiamo mettere insieme una forza che in parlamento incida, ponendo da parte interessi di bottega e vecchie divisioni. Ieri abbiamo scritto a Junker, e stamattina il Governo ha avuto la possibilità di usufruire della Protezione Civile Europea. Oggi abbiamo avuto la dimostrazione di quanto sia stato sbagliato accorpare Guardia Forestale all’Arma dei Carabinieri. Inoltre Paolucci espone ai presenti la proposta di rivalersi sulla Regione Campania con una class action, relativamente ad una “sanità negata”.
A concludere Roberto Speranza, parlamentare MDP ed ex PD: “Grazie per aver voluto aprire nostro dibattito al mondo del lavoro. È importante perché ci indica la direzione. La situazione dei roghi in Campania è grave. Nemmeno nella mia terra, il Metaponto, la situazione è migliore. Nella furia si fare riforme, è stato sbagliato rimuovere Corpo Forestale dello Stato”. Prosegue poi sulle nuove prospettive politiche all’orizzonte: “La sinistra deve smettere di imitare la destra. Occorre ripartire dai fondamentali: l’art.1 della nostra Costituzione, figlia della resistenza antifascista”. “Che cosa significa essere oggi di sinistra o di centrosinistra come piace dire a me – ha continuato Speranza – perché pur essendo convintamente di sinistra io penso che dobbiamo costruire un ampio lato, in cui anche chi si sente di centro e cattolico democratico possa percepire che il nostro progetto è casa sua. L’obiettivo comune è il contrasto alla povertà che interessa più di 4 milioni di italiani, come oggi ci dice l’Istat. Abbiamo preso un’altra strada perché non siamo d’accordo con le politiche finora perseguite e vogliamo dare senso e corpo alle nostre idee, alla nostra storia”.

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