“Caro Michele, approfitto del tuo blog per intervenire sulla decisione del Sindaco di sospendere – interrompere la pubblicazione serale del suo quotidiano diario. Intervengo in coda a intellettuali e ex amministratori che sull’argomento hanno espresso, nei giorni addietro, interessanti considerazioni. Ebbene, contrariamente a tanti, sono contento della decisione del Sindaco. Lo sono non perché Consigliere di opposizione, e quindi felice del venir meno di uno strumento che in questi mesi ha denigrato, a più riprese, l’operato della minoranza in consiglio comunale. Lo sono perché il diario, a mio avviso, ha posto Marcianise in bilico tra due realtà: una “realtà virtuale” e una “realtà effettiva”. L’attenzione che finora il Sindaco ha rivolto all’immagine, sia di Marcianise che della propria azione amministrativa, ha suscitato consensi e critiche. Sia chiaro, affiancare l’immagine ad un effettivo sforzo amministrativo è assolutamente normale, nel senso che ogni amministratore cerca di rendere noto ciò che fa. Ci sarebbe poco da dire e da discutere se le cose stessero effettivamente così. La mia impressione, però, è che le cose non stiano proprio così. Ciò che il diario ha alimentato a Marcianise è una forte sproporzione tra gli effetti della politica dell’immagine e gli effetti dell’attività amministrativa. Il Sindaco ha operato scientemente su due piani, uno reale l’altro virtuale, giungendo però a risultati diversi. La diversità, a mio avviso, consiste in questo: mentre l’immagine della città elaborata nel diario è quella di una città che si rinnova e muta, una città vicina ad una svolta epocale; la realtà, invece, si presenta con toni diversi, nel senso che quasi nessuno dei tradizionali fattori di disagio urbano può dirsi anche solo attenuato. Tra la Marcianise reale e quella immaginaria del diario esiste un divario molto ampio. Ovviamente nessuno può attribuire a questa amministrazione la responsabilità della permanenza di quei fattori di disagio, di cui dicevo innanzi, che hanno origine lontana. È, invece, responsabilità del Sindaco l’aver allargato, attraverso lo strumento del diario, la forbice delle due realtà per convincere i cittadini di una rivoluzione urbana che per ora non c’è e non si intravede. In definitiva, pur non conoscendo le reali ragioni che hanno spinto il Sindaco ad assumere tale decisione sono contento che l’abbia assunta per due motivi. Primo, si pone fine, momentaneamente o definitivamente, ad uno strumento autocelebrativo che attraverso simboli e immagini “proponeva” un rinascimento urbano. Secondo, si libera il clima politico locale dall’obbligo, autonomamente assunto da questi nuovi amministratori (riferendomi ovviamente non solo al Sindaco), di fornire continuamente prova di se e delle proprie capacità di governo”
Antimo Zarrillo
consigliere comunale