Con Libreria Eclettica Eclettica 2.0 presenta al pubblico ‘L’ottavo segreto di Bologna’ opera del marcianisano Emanuele Muccillo.

L’era Covid 19 ha cambiato il mondo in ogni suo aspetto e anche quello dei libri risente delle inevitabili conseguenze.
Come Eclettica abbiamo dato vita quindi a una rubrica “Libreria Eclettica” che con una certa periodicità presenta al pubblico un focus su un testo, classici o nuove pubblicazioni, su premi o manifestazioni letterarie, con la possibilità per il lettore di leggerne in poche righe e magari aver voglia di buttarsi nella lettura.
Con la terza uscita ci siamo soffermati su un romanzo, uscito in piena crisi epidemiologica, che è di un nostro concittadino e amico, l’esordiente Emanuele Muccillo.

Il titolo del romanzo di Muccillo allude ai ‘sette segreti’ di Bologna, ovvero quei particolari nascosti o bizzarri della cultura popolare bolognese che si tramandano attraverso i racconti delle persone e che sia i turisti che gli studenti fuori sede imparano a conoscere;
I segreti non sarebbero solo 7 come vuole una certa tradizione, ci sarebbe un ottavo segreto di Bologna non ancora rivelato.
In modo intimo ed insolito il libro offre una visione inedita, giovane e non scontata di Bologna dal punto di vista di un estraneo. Il protagonista senza nome, cinico, disilluso e con un passato famigliare difficile, arriva a Bologna dalla “Terra dei Fuochi” trascinato dall’insoddisfazione tipica del neolaureato.
Il protagonista del romanzo ha diverse cose in comune con Emanuele Muccillo, il suo autore, classe ’91 e laurea in lettere.
Come lui è nato nel Sud Italia, a Marcianise, ha studiato Lettere e ama vagare per la città annotandosi incontri, frammenti e impressioni su un taccuino. La spinta a scrivere un libro gli è venuta facendo la vita dello studente, dove le giornate trascorrono in modo statico.
«Mentre scrivevo sentivo che si stava perdendo la magia di Bologna, la sua eccezionalità, che non consiste solo in un giro turistico», ha dichiarato Muccillo alla Gazzetta di Bologna. «Serve una riscoperta emotiva dei luoghi, ma anche degli incontri che questi ci permettono di fare. Per questo i vari segreti sono solo un pretesto per andare al di là, per connettersi. Nel mio piccolo ho voluto lasciare una traccia».
Ambientato nell’arco di un’unica giornata, il romanzo è denso di riflessioni, volti e luoghi narrati con uno stile asciutto e conciso. La scrittura, anti retorica e tutt’altro che zuccherosa, esprime la visione esistenziale della voce narrante: uno sguardo da “straniero” sulla città.
La storia si snoda anche attraverso i “dialoghi” sparsi in giro per Bologna dall’inafferabile autore e ritrovati dal protagonista, dei veri e propri piccoli racconti che spesso virano sul thriller.
Questi testi, «dialoghi tra persone comuni con uno stile tutto cinematografico», trattano svariati temi come la paura e le pressioni sociali, e sono densi di sorprendenti e ingegnosi colpi di scena. Ogni scritto riflette in qualche modo le ansie e gli incubi del narratore.
Uno degli obiettivi del progetto, oltre a rielaborare i racconti popolari bolognesi in un’ottica contemporanea, è quello di sottolineare il valore effimero, puramente turistico, delle curiosità su Bologna. «Quando dal Sud mi sono trasferito a Bologna mi sono accorto che c’è sempre qualcuno che racconta queste leggende, che le tramanda e si aspetta che tu lo faccia a tua volta», ha dichiarato un portavoce di “Ottavo segreto”. “Non è importante il racconto in sé, ma il contatto che questo crea tra le persone, lo scambio di qualcosa di più profondo di una storiella”.
Il romanzo di Muccillo ci restituisce una Bologna viva e pulsante, emotivamente carica di sensazioni e quasi tangibile. In tempi di quarantena da Coronavirus, leggere “L’ottavo segreto di Bologna” può apparire come un esercizio di nostalgia, ma bisogna ricordarsi che, come scrive l’autore a pagina 72, «Bologna era tremendamente viva e la morte sembrava non passare mai sotto quei portici».
Secondo il collettivo artistico che ha aiutato Muccillo a sponsorizzare il suo romanzo Bologna è il laboratorio perfetto per questo tipo di iniziative perché accoglie chiunque e stimola le iniziative artistiche più disparate. I ragazzi, soprattutto gli studenti che vivono la città come un luogo di transizione tra l’università e il mondo del lavoro, devono riscoprire il valore del racconto senza subirlo passivamente.
La rivelazione dell’ottavo mistero un modo per riscoprire la città come un luogo da vivere per strada con il proposito di trovare nuove idee.
L’omonimo collettivo, Ottavo Segreto è formato da altri giovani di Marcianise, Remo Grillo, un programmatore informatico che ha curato l’aspetto social, Biagio Amodio, il creatore della copertina del libro, Giuseppe Moriello, che si è occupato del marketing, e da Rita D’Apice, compagna di Muccillo che ha contribuito alla correzione delle bozze.
Emanuele Muccillo lavora già al secondo romanzo, sempre scritto a Bologna e prequel de L’ottavo Segreto.
ASSOCIAZIONE ECLETTICA 2.0