STORIE DI VITA\ Finito l’incubo giudiziario, Raffaele Guerriero racconta la sua vicenda umana e il suo ritorno alla vita

E’ con grande piacere che ospito i ricordi, i pensieri, le emozioni e i progetti dell’amico Raffaele Guerriero a poche ore di distanza dall’archiviazione della sua posizione, decisa dal gip su richiesta degli stessi pm:

Rilascio questa mia dichiarazione personale al giornalista Michele Raucci in quanto ne apprezzo le qualità professionali, nonché le modalità costruttive e critiche nelle analisi dei reportage giornalistici. “La quiete dopo la tempesta. Ho sempre confidato

nella Giustizia, sempre! Senza mai dubitare. Ringrazio vivamente la Magistratura per aver chiuso, archiviando definitivamente, in tempi abbastanza celeri, la vicenda giudiziaria che mi vide pesantemente accusato e coinvolto in gravissimi fatti di camorra. È incredibile e desolante la storia che ho vissuto in questi ultimi nove mesi della mia vita.

Tutto ha inizio alle prime ore del 30 giugno del 2016, alla vigilia della proclamazione degli eletti, qui a Marcianise, dopo un’accesa ed entusiasmante campagna elettorale. Erano le ore 4:00, circa, che fui svegliato dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Stazione di Santa Maria Capua Vetere, i quali mi notificarono un fermo giudiziario, emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli, per estorsione aggravata da metodo mafioso, e dopo aver perquisito la mia abitazione mi invitarono a seguirli in caserma.

Ancora ricordo quell’orribile risveglio, le accuse gravissime avanzate nei miei confronti, il trasferimento alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, l’interrogatorio avvenuto a diverse ore dal fermo e l’immediata scarcerazione, constatata la mia estraneità dai fatti, ordinata dal Giudice delle Indagini Preliminari, che ancora oggi ringrazio. Da quel momento sono proseguite le indagini sul mio conto fino a giungere all’archiviazione definitiva l’11 aprile del 2017.

In poche righe ho riassunto 285 giorni di tormenti, 285 giorni di domande, alle quali non riuscirò a dare mai delle risposte. Di questa spiacevole vicenda resta la convinzione che la Giustizia trionfa sempre, ma restano tristi pensieri e spiacevoli ricordi.

Restano impressi nella mia mente gli occhi dei miei cari, che sconcertati per quanto stava accadendo, mi videro lasciare la mia abitazione alle ore 4:30, come il peggiore dei criminali, perché accusato di associazione camorristica, estorsione aggravata da metodo mafioso. Una brutta storia!

Resta il vivo ricordo di quel bacio che diedi a mio figlio di soli due mesi, perché non sapevo come sarebbe finita.

Resta quell’abbraccio che diedi a mio padre dicendogli: “Non so niente, non ho fatto nulla.” E lui rispose: “lo so, ne sono certo”.

Ancora ricordo, salito in auto con i Carabinieri, la delusione che avrei dato alle centinaia e centinaia e centinaia di persone che avevano creduto in me, donandomi la propria preferenza ed eleggendomi consigliere comunale a soli 34 anni tra i più votati del Partito Democratico e della città. Ben 421 persone che avevano avuto fiducia in me, dandomi l’opportunità di ricoprire un ruolo istituzionale al quale da tempo lavoravo.

Ricordo la gentilezza dei Carabinieri, quali ringrazio, che per tutto il percorso mi invitavano a stare calmo perché la Giustizia avrebbe trionfato, acclamando la mia innocenza. Ricordo di aver letto quel fermo di 50 pagine, almeno quattro o cinque volte, constatando l’accusa più grave a mio carico, quale quella di uno sguardo minaccioso rivolto al mio datore di lavoro durante lo svolgimento di un incontro aziendale, seppure per tutto l’incontro restavo in silenzio. Una cosa che fin da subito ho ritenuto aberrante!

Fatto sta che da li a poco fui trasferito alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Ricordo perfettamente che il tempo non passava mai, nei miei pensieri affioravano tante domande e nessuna risposta. Poi, giunse l’interrogatorio. Risposi alle domande che mi furono formulate sia dal Pubblico Ministero che dal Giudice delle Indagini Preliminari. Il verdetto, a poche ore dall’interrogatorio, fu la scarcerazione immediata: per la totale estraneità dalle accuse formulate.

Al mio rientro a casa, seppure a notte fonda, non posso dimenticare in alcun modo la gioia delle tantissime persone ad attendermi, accorse per testimoniare la propria vicinanza. Rividi mio figlio e mia moglie. Che gioia che provai in quel preciso momento. Ricordo che ebbi il tempo di leggere quanti giustizialisti e quanti puritani avevano scritto sul mio conto. Mi accorsi immediatamente che bastava un imbecille per infangare l’onorabilità di una persona. Difatti non ebbero nemmeno la decenza di attendere che un semplice fermo giudiziario, seppure emesso su accuse gravissime, si potesse tramutare in arresto cautelare. Devo anche aggiungere e, a questo punto, ringraziare ufficialmente tutti coloro che mi hanno difeso a spada tratta. Sono stati in tanti, non riuscirei a citarli tutti, dimenticherei qualcuno e me ne dispiacerebbe, ma posso di sicuro affermare che ho scolpito le loro parole nella mia mente. Grazie infinite!

Lessi ed accettai, con grande rammarico, la sospensione che mi fu comminata, dai vertici provinciali e regionali, dal Partito. Pertanto sospensione dal partito e dalla carica di vice segretario cittadino, che fino ad allora mi aveva visto protagonista di tante battaglie dando sempre tutto me stesso. Al primo Consiglio comunale, da buon soldato, mi resi indipendente dal Gruppo consiliare di appartenenza. E devo ammettere che per chi come me vive la Politica lontano da interessi personali, in quel preciso momento, sapevo di non meritare quanto stava accadendo. A malincuore sono stato in silenzio e, tra tormenti e mortificazioni, sono andato avanti. Devo confessare che c’è stato un periodo nel quale pensavo di rassegnare le dimissioni da Consigliere comunale, perché ero sicuro che la gogna mediatica subita fosse dovuta proprio alla mia Passione più Grande: la Politica. Tutto ciò avvenne perché Consigliere comunale della città più importante della provincia di Caserta, probabilmente perché sono risultato tra i  più votati, maggiormente perché appartenente al Partito Democratico, sicuramente perché “renziano della prima ora”. Tutto questo era troppo da sopportare, specie perché sapevo di essere innocente, soprattutto perché i giornalisti talvolta esagerano nelle valutazioni e nelle analisi dei fatti dimostrando, in determinati casi, i propri limiti. In tutti i modi i familiari e gli amici, perno portante delle mie decisioni, mi incitarono a continuare, perché il lavoro costruito in tanti anni di impegno non poteva svanire nel nulla, ma soprattutto perché sicuri della mia innocenza. Decisi di continuare, di stringere i denti, e di andare avanti. Oggi non cerco scuse, non cerco acclamazioni, applausi, palcoscenici. Oggi ringrazio chi mi ha cercato nei miei silenzi e mi ha rincuorato nelle mie certezze.

Oggi, finalmente, posso guardare avanti. So di godere della stima e dell’affetto di tantissime persone. Sono pronto a riprendere il cammino intrapreso diverso tempo fa, come se nulla fosse successo, con lo stesso entusiasmo e la stessa passione che negli mi ha contraddistinto.

So di essere, unitamente alla collaborazione di tutti, una risorsa importante per il Partito e per la città.

Guardiamo avanti!

Un ringraziamento particolare all’avv. Giuseppe Stellato per avermi difeso nella battaglia più delicata della mia vita.”

 

 

 

 

Raffaele  Guerriero