Intervista senza filtro con Antonello Velardi

antonelloLei è caporedattore centrale de “Il Mattino”, un ruolo rilevante, di responsabilità e prestigio che, bontà sua, le consente di guadagnare bene. Chi gliela ha fatto fare di candidarsi a sindaco di una città come Marcianise, straordinaria per potenzialità e risorse ma contraddittoria e difficile sul piano sociale?

L’amore per la mia città, e non è una frase fatta. L’orgoglio di essere parte di una comunità che ha grandi potenzialità ma non è stata mai davvero valorizzata. Marcianise è stata non solo abbandonata e disamministrata nel corso degli anni, ma è stata anche offesa e presa in giro. Per me tutto questo è insopportabile. La mia è una candidatura che ha il valore e il segno della ribellione civile: non più ultimi ma sempre primi, è questo uno dei miei slogan cui sono maggiormente affezionato.

E in che modo i cosiddetti “poteri forti”, come si sussurra da più parti, hanno influenzato la sua scelta?

Questa faccenda dei poteri forti mi fa ridere, ma mi fa anche molto incazzare. Andiamo con ordine. Faccio io una domanda a lei: che cosa sono i poteri forti? Che si intende per poteri forti? Boh, io non lo so. Per quanto mi riguarda ho una provenienza sociale modesta, mio padre è un pensionato e mia madre una casalinga. Sono cresciuto in una famiglia monoreddito, ho studiato grazie alle borse di studio, ho preso due lauree ma ho fatto anche il muratore e il contadino. Sono diventato giornalista dopo aver vinto una borsa di studio, ho cambiato sette aziende e tre città, non ero ricco e non mi sono arricchito. Io non ho un padre importante, non ho lavorato grazie alla politica, non mi sono arricchito grazie alla politica, non sono diventato imprenditore grazie alla politica. Sono una persona normale, come lei. La verità è che a Marcianise in molti ancora pensano a denigrare gli altri, anziché fare proposte serie. E’ il grande limite di una città che finora ha avuto una classe politica impegnata a bloccare i più giovani, a non farli crescere, a tenerli legati attorno alla sottana. E poi diciamocela fino in fondo: i poteri forti appoggiano gli altri, non me. Chi parla di poteri forti parla anche di massoneria. Ma finora, tra i leader politici, ve n’è uno che ha dichiarato ufficialmente di essere il capo della massoneria, si chiama Umberto Del Basso De Caro, è sottosegretario. E’ stato una sola volta a Marcianise, ha voluto far vedere che era schierato con un candidato sindaco. Che non sono certamente io. Quindi la massoneria appoggia quel candidato, certamente non me.

L’ intento di questo confronto, fuori da ogni schema e calcolo politichese, è di chiarire un po’ di situazioni e far conoscere meglio agli elettori la figura del candidato sindaco. Premesso ciò, il sottoscritto non ha mai nascosto la simpatia e l’interesse per i pezzi forti della sua proposta programmatica (cooperative giovanili per valorizzare i beni culturali, collaborazione con l’oncologo Antonio Giordano, ostello della gioventù nel castello di Loriano, Universiadi, festival della letteratura), ma mi preme sapere qualcosa in più circa le sue ricette per migliorare tutti quei servizi che riguardano la quotidianità dei cittadini (verde pubblico, condizione delle strade, raccolta dei rifiuti).

Non si offenda ma le devo dare risposte molto banali perché ormai siamo ridotti a parlare dell’abbicì. Verde pubblico: va organizzata la manutenzione e vanno affidati gli spazi pubblici ma a soggetti che hanno la capacità di gestirli in una logica moderna, come accade nelle zone più evolute di questo Paese, dell’Italia. La manutenzione deve essere fatta da specialisti non da improvvisatori, prescelti solo perché sono amici degli amici. Condizione delle strade: i lavori di manutenzione vanno fatti seriamente, con capitolati che siano vantaggiosi per il Comune e solo per il Comune, e con un controllo postumo molto ficcante. Va utilizzata la stessa logica che si utilizza quando ognuno di noi chiama un operaio per eseguire dei lavori a casa: contratta il prezzo prima, si accorda sul da farsi e pretende che ciò si faccia altrimenti non pagherà. Sul Comune basta usare il criterio del buon padre di famiglia. Raccolta dei rifiuti: anche qui, va rivisto il capitolato comprendendo anche altri ambiti come ad esempio la raccolta degli indumenti usati, va razionalizzato il sistema della raccolta pretendendo una modernizzazione del servizio ed imponendo controlli stringenti, direi spietati. Ma questo nuovo metodo nell’erogazione dei servizi da parte del Comune può realizzarsi solo perché invoco e impongo un diverso criterio di base: la trasparenza, l’interesse pubblico. Noi non abbiamo interessi personali da difendere, vogliamo che siano fatti solo gli interessi della comunità. Ma ciò non sempre è avvenuto, diciamo che è avvenuto – per usare un eufemismo – con una certa intermittenza.

Ritiene che le sue liste siano espressione di un radicale cambiamento?

Certamente sì e lo dico con convinzione. Abbiamo compilato le liste con una logica completamente nuova, coinvolgendo soggetti alla prima esperienza politica. Abbiamo rinnovato in una percentuale dell’87%, credo che sia un record a livello italiano. E abbiamo usato criteri rigidi, coinvolgendo i migliori. Dodopodiché, non siamo un circolo di golf e quindi non riusciamo ad essere selettivi in modo chirurgico. Ma dico che anche tra i soci dei golf club si nascondono – ce lo insegna la cronaca – o si possono nascondere i peggiori. Al di là di tutto, vale il criterio, il modus operandi: chi sta con noi sa cosa deve fare e come deve farlo. Non consentirò mai a nessuno di avere una metodologia che sia diversa da quella che proclamiamo ed invochiamo perché vogliamo costruire una città nuova. Cambieremo tutto è il mio slogan e così sarà.

Se dovesse essere eletto, quale sarà il suo primo provvedimento?

Domanda classica, e lo dico da collega giornalista. Ma la mia non è una risposta classica: non ci sarà un primo provvedimento, ci sarà una pioggia di provvedimenti. Faremo capire subito, senza indugio, che il ritmo è cambiato, che siamo uomini del fare, che le chiacchiere non ci piacciono. Saremo implacabili su questo.

Ha già un’idea sull’eventuale squadra di governo?

Sui nomi no, perché siamo persone serie e di tutto ci occupiamo ora fuorché dei nomi. Devo aggiungere che nessuno mi ha chiesto niente sul punto e questo la dice lunga sul fatto che tutti, ma proprio tutti i miei compagni di viaggio hanno chiara e condividono la mia impostazione che è diventata ormai la nostra impostazione. Non ho nomi ma ho i criteri: i componenti della giunta saranno soggetti preparati, altamente competenti, di assoluta moralità, affidabili, moderni, con grande autonomia e con grande spirito propositivo. Costruiremo insieme la squadra, accetterò consigli da chi ha titolo a darmene perché lo considero un competente, anche lei – che per me resta un riferimento nel dibattito culturale di questa città – mi deve dare il suo contributo nella scelta e nell’individuazione delle persone. Ma io non mi fermo solo alla giunta: come ho già avuto modo di dire, ogni consigliere di maggioranza avrà una delega specifica, a seconda delle sue competenze, e a questa delega io annetto particolare importanza. Siamo una squadra e solo in squadra si riescono a fari grandi cose. E noi vogliamo fare grandi cose per Marcianise.