


Riflessioni su fatti e notizie che stanno avvenendo in Italia e nel mondo.
Caro Michele, non so perché ma attendevo questa tua esternazione. Hai tenuto fin quando possibile una parvenza di estraneità alla contesa, da presunto osservatore, ma non hai resistito. Qualche tua intervista, che ti sei solo compiaciuto di definire “senza filtro”, aveva chiari i segni del cedimento.
Credo, senza finzione, alla genuinità di quanto affermi ma, oggi, ti valuto, al pari di me, come giocatore in campo e, pertanto, mi corre l’obbligo di svestirti, io, della tunica immacolata che devo definire “pretesa” sol perché necessita commisurare l’incidenza della gratificante adulazione a cui da tempo sei esposto. Capita anche alla mia obiettività di traballare di fronte ad un complimento … siamo umani e, perciò, sensibili.
Da sempre, tuttavia, nelle nostre serene chiacchierate ho potuto constatare soprattutto una tua non chiara percezione della “cronologia degli eventi” non avendo mai avuto il dubbio, io, che fossi, tu, un mistificatore.
Continua a marce spedite la campagna elettorale di Pasquale Guerriero, candidato Sindaco del Movimento 5 Stelle. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto, nel comitato elettorale in via Roma n°8, con diretta streaming, un incontro tra il candidato 5 stelle e i cittadini. Ad Accompagnare Guerriero c’era una figura storica della lotta alla illegalità, il presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione Ferdinando Imposimato.
Imposimato, già impegnato negli anni nella lotta alla camorra e al terrorismo,
Cari tifosi, supporter degni di questa accezione, esimi politologi ed esperti di comunicazione, è da un po’ che me ne sto buono nel mio cantuccio di libero pensatore e pescatore di idee, che dà spazio a tutti e non disdegna ogni tanto di lanciare qualche frecciatina ad una classe politica in larga parte intenta alla caciara piuttosto che al confronto accesso ma costruttivo, alla ricerca spasmodica dello slogan ad effetto più che alla elaborazione di proposte concrete compatibili con la situazione finanziaria del comune, a compiere piroette retoriche di autocelebrazione invece di partire e arrivare alla città. È una scelta sofferta ma necessaria,