Non è l’età che ti fa giovane, almeno in politica

 

Oggi per alleggerire i vostri impegni lavorativi e pensieri, vi racconto una bella storiella. Un giorno un principe di uno sperduto regno fiorentino, terzo nella linea di successione al trono, osò dire e fare qualcosa che mai nessuno fino ad unoallora aveva solo immaginato. Andò dal vecchio padre e sovrano ed esclamò:” Sai quanto è grande e incondizionata la mia stima e ammirazione nei tuoi riguardi, ma è arrivata l’ora che una ventata di giovanile freschezza spazzi via tutto il vecchiume del nostro regno”. “Cosa vuoi dire-replicò l’anziano padre con gli occhi sbarrati- non capisco il senso delle tue parole”? “Ok padre- precisò il giovane- sarò più chiaro: se vuoi evitare la fine della nostra dinastia e salvare il regno, devi quanto prima cambiare la linea di successione al trono e sbarazzarti di tutti i tuoi principali comandanti e collaboratori”. “O figlio mio-rispose il re sempre più interdetto-continuo a non intendere il significato delle tue parole, quello che dici non è assolutamente praticabile, non potrei mai fare una simile offesa ai tuoi fratelli e poi, sai quanto i nostri fedeli generali e capi amino la comodità delle loro poltrone”. “Vedi padre- dueribatté il ragazzo- è proprio questo il problema: i miei fratelli e i loro adepti hanno gestito a loro uso e consumo il potere per più di 50 anni, non curandosi affatto delle esigenze della nostra gente. Il popolo è stanco, sfiduciato, arrabbiato e in qualsiasi momento può scatenare una rivoluzione. Al punto cui siamo arrivati, ahimè, o dai fiducia alla mia persona, in cui la gente ripone la sua ultima speranza o è la fine per tutti”. Il re si ammutolì, pensò per alcuni minuti e poi sentenziò:” Se non c’è via d’uscita, farò come dici tu, ma mi raccomando quando sarai re, fai in modo che la forza e la bellezza del rinnovamento giunga in ogni angolo del nostro regno”. Il giorno dopo il re abdicò e il coraggioso figlioletto salì al trono. Nei primi anni del suo regno, pur di guadagnarsi il titolo di “Innovatore”, ogni giorno varò una riforma, ma eccetto per alcuni posti chiave in seno alla corte, nulla cambiò. Coloro che erano a capo dei feudi continuarono a gestire il potere secondo le loro vecchie metodiche e a fare i loro 3comodi. Speriamo che di questa storiella, ne facciano tesoro i partiti a Marcianise ove pochi giorni fa 5 giovani assentandosi, astenendosi, o votando a favore sul bilancio hanno salvato più che De Angelis, un’amministrazione comunale che in 2 anni si è contraddistinta per conflitti interni, dimissioni assessoriali a gogò e tanti ritardi, disservizi, inefficienze. Per evitare fraintendimenti, è opportuno precisare: non avremmo obiettato alcunché, se la loro posizione sul bilancio fosse stata esplicitata con tanto di precise e chiare ragioni politiche; ed invece abbiamo assistito ad uno spettacolo poco gratificante sul piano politico per chi è e dovrebbe avere la gioventù nel sangue. Un giovane, a nostro modesto parere, non si nasconde ma agisce a viso aperto perché ha:

  • Passione, forza, coraggio per le sue idee e scelte;
  • una naturale spinta al cambiamento;
  • una coerenza che non baratta per nulla e nessuno;
  • l’orticaria per i vecchi trucchetti della politica;

4Tutto il contrario di ciò che è accaduto: qualcuno che era presente e  poi si è volatilizzato al momento del voto; qualcun altro che attacca duramente il sindaco, poi si astiene su alcuni punti e infine vota a favore; altri che si assentono per tatticismo politico e dulcis in fundo c’è chi si fa eleggere al comune tra le file del centrodestra, poi si candida alle regionali per il  centrosinistra, approva il bilancio meritandosi la fuoriuscita dal partito e il giorno dopo va a bussare alla porta di un altro partito di centrosinistra. A questo punto: o c’è un virus della “vecchite” in giro oppure in assenza di una qualsiasi giustificazione, nel nostro cervello si fa spazio un dilemma grande quanto una voragine. Se i vecchi col loro agire pavido e interessato, come si sostiene da diversi anni, non hanno garantito diritti e futuro alle nuove generazioni e i giovani non hanno fame di cambiamento, non sono attori ma spettatori o semplici figuranti del loro destino, chi rivoluzionerà un sistema   vecchio, corrotto e che fa acqua da tutte le parti? Dobbiamo ulteriormente caricare il Padre Eterno di preoccupazioni? Se vale ancora il detto “Aiutati che Dio ti aiuta”, i giovani alzino il popò dalle poltrone e col sangue agli occhi conquistano spazi e opportunità, rifiutino compromessi al ribasso ed abbiano come unico fine il miglioramento della loro vita e dell’ambiente in cui vivono. Se non ve la sentite amici giovani, allora come scrive il sommo poeta “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Chi già è corso ai ripari per evitare brutte soprese dai “giovani già nati vecchi” è il Pd di Capodrise in procinto di candidare alla carica di sindaco, 5Giuseppe Fattopace, che con la benedizione dell’eurodeputato Nicola Caputo, la vecchia amicizia con Salvatore Liquori e nuovi arrivi dal centro-centrodestra, non dovrebbe avere rivali alle prossime comunali. Ed in effetti, l’identikit tracciato dal segretario del Pd locale, Pietro di Bernardo, si accosta alla figura dell’ex primo cittadino: “Capodrise non ha bisogno di servi sciocchi, ma di un soggetto di grande esperienza amministrativa, che sappia leggere e dare risposte ai problemi della nostra città”. Fattopace apprezza e come prova tangibile ed immediata della sua gratitudine, sta meditando il passaggio dall’ Area riformista di Dario Abbate e company alla schiera dei caputiani in provincia di Caserta.  L’ex sindaco per conquistare la pole position, però, ha dovuto sudare 7 camicie per arginare l’ambizione di altri 2 personaggi: l’ex vice-sindaco Silvano, Ferraro e il consigliere comunale, Pietro Pontillo. Per loro, in caso di vittoria, due importanti posti in giunta. Acconcia, invece, eterno giovanotto della politica locale, partito come un turbine col suo Movimento civico per Capodrise, dovrebbe optare per l’ingegnere Pasquale De Filippo, ex commissario cittadino del Movimento per le Autonomie, alla carica di sindaco. Stanno per il momento a guardare altri due giovani protagonisti della politica locale: Sossio Colella e Giuseppe Glorioso. Un’inedita alleanza civica, già sperimentata sulla questione del campo sportivo, tra le loro aree di centro- centrodestra e di sinistra radicale è fantapolitica? Solo il tempo ci darà la risposta. Per concludere, la nostra considerazione o idea dei giovani in politica: l’età anagrafica non è un requisito imprescindibile, diamo più importanza alla storia personale, alla freschezza di pensiero, alle idee e progetti per la comunità.