Intervista senza filtro con Dario Abbate

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1.     Lei ha sempre fatto della sua fedele e costante militanza, il cavallo di battaglia durante la vicenda delle primarie e fin qua ci stiamo. Ma un militante, almeno per quanto io ne sappia, nel momento in cui perde in una contrapposizione interna al partito, non si allinea alla decisione assunta da chi ha mandato e potere dagli organismi regionali e nazionali? Nel suo caso, poi, non c’è il rischio di perdere “Felippo e ‘o panaro”, ossia oltre al simbolo del Pd in campagna elettorale, anche la sua storica adesione al partito per espulsione? Diciamocela tutta: nel suo atteggiamento ha prevalso più la lotta per la democrazia e la libertà o una sindrome di “candidite” acuta?

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