Avete mai sentito parlare del migliaccio, preparato in occasione del Carnevale insieme alle chiacchiere e alle castagnole? Un dolce della nostra tradizione culinaria, semplice ma dal gusto unico e intramontabile. Chiamato così perché inizialmente veniva fatto con la farina di miglio, a testimonianza delle sue umili origini, oggi è in larga parte preparato col semolino. Esistono tantissime versioni, che si tramandano di famiglia in famiglia, però personalmente non so opporre la minima resistenza a quella realizzata col semolino e aggiunta di ricotta.
Ingredienti

Venerdì pomeriggio a fine lavoro avevo la bocca particolarmente secca e avrei pagato qualsiasi cifra per qualcosa di dolce e fresco. Non essendoci bar nei dintorni, ho cercato di rassegnarmi o meglio consolarmi all’idea, che a sera avrei appagato questo bisogno corporale irrinunciabile più che un peccato di gola. Col passare del tempo, però, la voglia aumentava e non riuscivo più a distinguere tra felice immaginazione e allucinazione: ad un tratto un collega ha bussato la porta e su una guantiera bianca mi ha servito un mega babà semi congelato e inondato di rum. L’ho divorato e subito dopo mi son chiesto: ”Ma chi mai avuto la brillante idea di regalare all’umanità tale bontà divina”? Il vagheggiamento è durato per il tempo necessario al suono della campanella a lavoro, così che tornato a casa, ho dapprima soddisfatto non più solo a livello fantastico il mio desiderio e poi