Qualche riflessione sulla lettera dell’ex sindaco ai cittadini

1Caro primo cittadino, ho letto con estremo interesse la sua lettera e mi è parso di capire che Lei sostanzialmente imputa la fine anticipata della sua amministrazione alle contrapposizioni interne alla sua maggioranza, a un certo modo di fare politica più propensa ai favoritismi e a fare voti che a risolvere i problemi reali della gente, una minoranza unicamente protesa alle critiche di parte e senza alcuna proposta di sviluppo per la città. Lei, poi, si assume le responsabilità dei suoi errori senza citare alcuno, e infine consiglia al futuro sindaco di “aspirare seriamente a tale carica, solo se supportato da una coalizione leale, compatta e pronta a servire la città”. Le chiedo venia se non ho interpretato bene e a fondo il senso delle sue parole, ma vorrei cimentarmi in una serie di riflessioni sul suo sofferto e esaustivo ragionamento. Che Lei

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I politici son tutti uguali?

Con la speranza di caricarci sulle spalle un peso sostenibile per la nostra deboluccia colonna vertebrale, ode angelisggi ricorreremo alla grande sapienza e saggezza degli antichi per cercare di interpretare lo stato d’animo della gente e la volontà, più o meno manifesta, di chi quotidianamente amministra la cosa pubblica. Circa 26 anni fa durante i nostri studi liceali, abbiamo avuto il piacere di cimentarci nella traduzione di una versione di Valerio Massimo intitolata “Anus Syracusarum” ( La vecchia di Siracusa) che troviamo di straordinaria e squisita attualità: “Tutti gli abitanti di Siracusa desideravano vivamente la fine del tiranno Dioniso a causa della sua eccessiva crudeltà e delle insostenibili imposte del regno. Al contrario una vecchia, ogni giorno di buon mattino, pregava gli dei affinché Dioniso restasse in salute. Questi, quando sentì di questa cosa, poiché desiderava conoscere la causa di tanta benevolenza non meritata, fece venire la vecchia e le chiese il perché facesse questo. Allora quella rispose:

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LA RESA DEI CONTI

1Domenica mattina approfittando del bel sole, io ed un vecchio, caro, acuto amico passeggiavamo per via Grillo in direzione Piazza Carità e scambiavamo due chiacchiere sulla situazione politica nazionale. A lui che prospettava da un lato il rischio che il Pd non raggiunga la soglia del 40% prevista dall’Italicum per il premio di maggioranza e dall’altro la comune volontà di Renzi e Berlusconi di votare nel 2018 per il timore di una schiacciante vittoria dei Cinquestelle in caso di elezioni anticipate , facevo notare

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